Source Code, l’intervista a Jake Gyllenhaal e Duncan Jones

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Wendy!
view post Posted on 7/4/2011, 13:45




Il capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) è costretto a rivivere gli ultimi otto minuti di vita di un passeggero di un treno che esploderà in seguito a un attentato: si risveglia all’improvviso senza sapere dov’è, di fronte a sé ha una donna (Michelle Monaghan) che gli sorride e in tasca ha la carta d’identità di un professore. È l’incipit di Source Code, versione thriller e dark di Ricomincio da capo, e vicina all’idea di film come Minority Report e Dejà Vu, con la tensione del thriller tv 24. È un film che, tenendoci all’oscuro di tutto come il protagonista, intriga e incuriosisce, incollandoci allo schermo. Tutto merito di Duncan Jones, regista inglese e figlio d’arte (è il figlio di David Bowie), che dopo l’esordio fortunato con Moon continua a raccontare storie claustrofobiche e ossessive, di uomini in luoghi chiusi e soli contro tutti. E di Jake Gyllenhaal, il protagonista, in un ruolo vicino a quelli di Jarhead e Donnie Darko: uomo d’azione risoluto ma umano, grazie a quel briciolo di fragilità nello sguardo che lo rende così unico. Gyllenhaal e Jones hanno presentato oggi a Roma il film, che lo scorso week end ha incassato 15 milioni di dollari negli U.S.A. e uscirà in Italia in oltre 300 copie il 29 aprile, e che è stato accolto da applausi alla proiezione stampa.


Best Movie: Cosa farebbe se le rimanesse un minuto di vita?
JAKE GYLLENHAAL: Se fosse adesso non risponderei alla domanda. Chiamerei la mia famiglia, li sveglierei e cercherei di farmi una risata. Il modo migliore di uscire da una situazione è quella di ridere. E poi cercherei un piatto di pasta.

BM: I suoi film ci parlano dell’ossessione per gli spazi chiusi. Come mai questo interesse?
DUNCAN JONES: La claustrofobia nasce dalla necessità. Per il mio primo film ho avuto solo cinque milioni di budget: ho dovuto ridurre il cast a un unico protagonista, e per non affrontare il tempo inglese abbiamo girato tutto all’interno di uno studio. Jake ha visto in Moon tutta una serie di aspetti che potevano essere applicati a questo film: è stato lui che mi ha scelto e che mi ha proposto questa sceneggiatura.

BM: I suoi film sono molto diversi da i soliti film di fantascienza che si vedono oggi. Qual è il segreto?
DJ: Sono un fan della fantascienza, e i migliori film del genere sono quelli in cui ci si concentra sulle persone, e su come vengono influenzati dal mondo in cui si trovano. Io cerco di fare questo.


BM: Quali sono stati i cambiamenti rispetto al libro da cui è tratto il film?
DJ: La sceneggiatura è stata scritta da Ben Ripley, e c’erano dentro molte idee di fantascienza, mescolate molto bene. Quello che mi ha attratto è che, sebbene fosse un film di fantascienza, era un mistery, un thriller, un film d’azione, una storia d’amore, una commedia. Per un regista è una sfida, e come fare il giocoliere con sei palline. Tutte le idee che Ben ha messo insieme hanno mostrato grande rispetto nei confronti della fantascienza.

BM: Qual è stata la cosa più difficile nel girare questo film?
JG: Non ci sono state particolari difficoltà. Sapevamo che dovevamo affrontare molte ripetizioni, e questo avrebbe funzionato solo se avessimo apportato dei leggeri cambiamenti. Mentre giravo nella capsula vedevo intorno a me solo green screen e ho lavorato molto d’immaginazione. Quello che è stato difficile è stato farsi continuamene domande su quello che avrebbe pensato il pubblico. E poi la storia d’amore con Michelle: cercare di capire dove si trovavano i loro personaggi e come far proseguire la loro storia d’amore.

BM: Lei è abituato ai viaggi nel tempo da Donnie Darko. Come si è rapportato con quel personaggio?
JG: Credo che la questione del tempo sia qualcosa di universale e che si presti a una tensione narrativa naturale. È di conforto a un attore che all’interno di una scena esista questa tensione che è già intrinseca, e non occorre accentuarla. Quanto a Donnie Darko, l’ho fatto dieci anni fa e ha aperto il decennio mentre questo lo chiude. Per me Donnie Darko ha rappresentato il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, e questo film quello dalla giovinezza all’età adulta. La differenza è che qui non c’è un coniglio: ma continua a perseguitarmi, perché il film è uscito negli USA in contemporanea con Hop, il cui protagonista è un coniglio…

BM: C’è una tensione antimilitarista nel film?
DJ: Non era nei miei intenti dare qualche giudizio nei confronti dei militari: ho molto rispetto per chi mette la sua vita a rischio per salvare il prossimo. Devo dire che in Source Code il personaggio di Colter Stevens la sua parte l’ha data, e non gli è stato dato il giusto riconoscimento. La mia famiglia è divisa a metà: metà artisti, metà militari.

BM: Come sceglie i suoi ruoli?
JG: Ogni volta che scelgo un ruolo in base all’istinto questo film ha successo. Quando leggo uno script e qualcosa dentro di me mi dice “devo fare quel film” poi va bene. Quando ho visto Moon, dopo i primi venti minuti ho detto: “non importa come va a finire il film, io devo lavorare con questa persona”.

BM: Il film ricorda molto Philip K. Dick, che spesso è stato portato al cinema in maniera non degna. Siete dei lettori di Dick? Quali sono i vostri classici di fantascienza preferiti?
DJ: Potrei parlarvi di fantascienza tutto il giorno. Sì, sono un lettore di Dick, e anche di J.G. Ballard, secondo me sono due autori importanti per questa ragione: riescono a combinare una capacità di introspezione nel raccontare come potrebbe dispiegarsi il futuro, e anche come questo riesce a influenzare le persone, e come queste riescono a sopravvivere in ambienti così diversi
JG: Io direi George Orwell. Mi piace la fantascienza, anche se non sono un fan sfegatato. Ma è l’aspetto psicologico di questo film quello che mi affascina di più: l’idea di morire e rinascere minuto dopo minuto, un’idea che potrebbe essere anche vicina al buddismo.

BM: La lotta al terrorismo attraverso qualcosa di fantascientifico è quasi una resa, significa che è un cancro difficile da estirpare? Cosa prova riguardo all’11 settembre?
JG: Mi sono state fatte domande simili a questa, mi hanno chiesto cosa farei se dovessi vivere gli ultimi otto minuti della mia vita, e lo trovo assurdo visto quello che sta succedendo nel mondo. Il programma del film è stato creato per bloccare una catastrofe, non per rivivere otto minuti di vita. Vorrei fortemente che potessero esistere programmi che potessero far tornare indietro nel tempo per essere in quegli aerei in quegli edifici, o in un reattore nucleare in Giappone, o nella testa di qualche politico influente, per cercare di cambiare le cose. La maggior parte delle volte la violenza non è necessaria.

BM: È vero che ha accettato di prendere parte a Source Code nella speranza di far un film suo con Jake? Ci sarà? Che suggerimenti vi siete scambiati durante questo film?
DJ: Sono un che ha già scelto la propria bara, questo è il mio modo di pianificare le cose. Per me è stata una grande opportunità fare questo film, perché ho potuto dare il mio contributo a una grande sceneggiatura. Ho dei piani a lungo termine, in cui ci saranno molti altri film con Jake. E farlo sentire a proprio agio fa parte di questo piano.
JG: Il mio contributo è stato quello di coinvolgere il signor Jones nel progetto. Ho proposto qualche idea in molte scene, e sono state usate in parte. L’idea di offrire i soldi alla signora per il cellulare e al comico sono mie.

fonte
 
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¿Karol Twist Del Mar
view post Posted on 8/4/2011, 10:28




Grazie per l'intervista!! ^_^
 
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Wendy!
view post Posted on 8/4/2011, 14:41




di niente ^^ la trovi anche nella rivista di bestmovie, con qualche foto di Jake (che io ora taglio e appiccico da qualche parte xD)
 
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¿Karol Twist Del Mar
view post Posted on 8/4/2011, 15:02




CITAZIONE (Wendy! @ 8/4/2011, 15:41) 
di niente ^^ la trovi anche nella rivista di bestmovie, con qualche foto di Jake (che io ora taglio e appiccico da qualche parte xD)

Si infatti ho letto che fa parte di questa rivista. Se la trovo, la prendo.
Ti ringrazio anche perchè stai postando alcune news ultimamente ^^
 
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Hypatia_
view post Posted on 10/4/2011, 15:10




molto professionale l'uomo ;)
 
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poponna;
view post Posted on 2/5/2011, 13:20




grazie mille! è vero Hypatia! concordo con te (:
 
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5 replies since 7/4/2011, 13:45   46 views
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